venerdì 27 aprile 2012

Desusino e la sua storia tormentata



PREMESSA
"Puoi scordartelo, io in quel posto non ci metterò piede MAI". Dichiarai perentoria (e ci tenni particolarmente a lasciare il MAI come avverbio finale). "In quel posto c'è tutto il peso del tuo passato, io non c'entro niente". E la risposta di Lui fu: "ma tesoro proprio perchè è passato, me lo sono lasciato alle spalle, il Desu fa parte di me, io e te siamo una cosa sola, non posso sopportare che tu non lo veda e non lo conosca". Si vabbè. Avete presente quando i fidanzati vogliono portare acqua al proprio mulino a tutti i costi? Ecco appunto. "Senti, Lui, per quanto io ti ami infinitamente in questo sono categorica, non ci vengo e chiuso l'argomento".

Partimmo con easyjet destinazione catania un 28 di luglio cocente. SGRUNT. Io avevo due trombe che nemmeno fossi dovuta andare a prendere lezione di sci alle sette di mattino (come mio padre soleva costringermi a fare alla tenera età di sette anni), Lui, tutto trullo e convinto che di li a poco davanti ad un cannolo mi sarei rasserenata. E in effetti cosi fu. Poi arrivammo (dopo peripezie di cui non mi dilungo) a destinazione, e li tutto cambiò. Li iniziò la vera tragedia.
Davanti a me una mezza palla infuocata scendeva su di un'acqua di un colore azzurro intenso e abbracciava una spiaggia che sembrava di velluto. Uno spettacolo ma... proprio sulla spiaggia, come catapultato dal cielo, si ergeva un ecomostro, un parcheggio gigantesco, a guardar bene da una parte pure tutto scassato, tutto "il davanti" era praticamente crollato e riverso sulla sabbia. Pezzoni di cemento in spiaggia. Mio Dio. E questo era il famoso Desusino? E' come se a Formentera, sulla spiaggia del Big Sur (più o meno!) avessero piazzato la parte esterna dell'autogrill gigante che c'è sulla torino-novara. In versione bulgara però.



Ci furono quattro giorni di vento implacabile, non si poteva uscire di casa, quindi nell'ordine, avevo già letto tutti i libri che mi ero portata destinati a tutto il mese di vacanza, e probabilmente avevo già preso tipo 5 chili in un sol colpo, perchè non facevo altro che dribblare le prelibatezze sicule che mia suocera sfornava initerrottamente a cui però non avevo via di scampo. Insomma, confesso che stavo architettando una via di fuga quando il vento si spense di colpo. Da lì cominciarono splendide passeggiate su sabbia morbidissima, e l’amore, e l’acqua di cristallo azzurro, non so neanche spiegare come ma mi ritrovai innamorata di quel posto, è come se tutto il peso di quel passato che in realtà pesava solo su di me il vento se lo fosse spazzato via. Quel posto era diventato definitivamente nostro e tre anni dopo il piccolo Elia gattonava felice su quella stessa sabbia.


Il LUI di cui parlo è Enzo Napolitano, il mio compagno, quando ci siamo fidanzati aveva da circa un annetto aperto un blog proprio dedicato al Desusino per tentare di informare e (magari!) anche di salvare quel posto, dall'arroganza, dall'inettitudine di chi anzichè tutelarlo e proteggerlo come un bene preziosissimo, non ha fatto altro che deturparlo.

http://desusino.blogspot.it/

Ad Enzo Napolitano e al Desusino è dedicata questa intervista.

Enzo, il tuo blog è consultatissimo, se vai su google e cerchi Desusino è il risultato in cima alla classifica, pensi che i tuoi conterranei abbiano apprezzato o no la tua iniziativa?
E' difficile interpretare il loro pensiero.
Apparentemente mostrano entusiasmo e gratitudine, ho ricevuto molti attestati di stima e tante pacche sulle spalle ma tutte in forma privata e quasi mai attraverso il blog.
L'aiuto che ho ricevuto è pressoché nullo, c'è stato qualche fuoco di paglia ma poi tutto è tornato a tacere. Purtroppo non posso che tradurre questi segnali in ipocrisia, menefreghismo e mancanza di coraggio. 
Molti si aspettavano che fossi capace di risolvere il problema da solo e mentre aspettavano il miracolo, si sono accorti che il mio impegno non sarebbe bastato. Rassicurati dal mio "insuccesso" continuano a dire che nulla mai potrà cambiare e a vedermi come un presuntuoso illuso.

Altri sono infastiditi dal fatto che qualcuno renda pubbliche le cose negative di "casa loro"e vorrebbero che si decantasse solo il lato migliore anche se tale atteggiamento non è costruttivo.
Altri ancora hanno visto in me l'opportunità per attaccare l'amministrazione attuale, mi sono sentito tirare dalla giacca da politici e cittadini che per un motivo o per l'altro avevano interesse a screditarla.
Altri ancora mi hanno appoggiato per distinguersi tra gli illuminati e attaccato non appena i miei scritti diventavano scomodi per loro o per i parenti politici.
C'è poi chi poco dopo aver abbracciato la causa si è dileguato con un "in piazza mi stanno ridendo dietro" mentre altri che per il quieto vivere e per non intaccare gli equilibri di paese, vorrebbero... ma non si espongono.
Non credo però che sia un'esclusiva loro essere così ma che è in generale l'indole dell'italiano, solo che in un luogo piccolo è più evidente.
In fondo siamo tutti spettatori di un'Italia che affonda e se un movimento nato nel web inizia a smuovere le coscienze lo si scredita con tutti i mezzi. La verità è che in pochi auspicano veramente un cambiamento mentre il resto non riesce neanche ad  immaginare un modo diverso di vivere e per un motivo o per l'altro lo teme.
Concludo quindi dicendo che sono in pochi ad apprezzare e quei pochi sono quasi tutti figli di emigrati come me che hanno la casa al Desusino ma la residenza altrove e forse per questo vedono i fatti da un'ottica diversa.


In questi anni di battaglie in molti ti hanno dato del polemico, ti sei scagliato contro tutti, dai politici agli abitanti del luogo, come mai chi cerca di proteggere il loro e il nostro territorio è visto come un impiccione, chi ha sbagliato?
Gli isolani sono molto ermetici e i siciliani possiedono un orgoglio invidiabile ma che spesso usano nel modo sbagliato.
Hanno una terra con delle potenzialità enormi, hanno il mare, la montagna, il vulcano più alto d'Europa, hanno la natura, l'agricoltura, la storia, l'archeologia. E' una terra contaminata dalle più importanti culture, ci sono testimonianze etrusche arabe normanne greche etc... Potrebbero vivere di ognuna di queste cose, scegliere se campare di arte, di turismo o di tradizioni straordinarie. Potrebbero essere ecologicamente all'avanguardia. Tra mare, vento e sole potrebbero essere energeticamente autonomi, vendere il resto alla penisola e mandare a fare in culo le raffinerie di petrolio che continuano a provocare morte e malformazioni alla nascita.
E invece i giovani continuano ad emigrare in cerca di fortuna e i paesi abitati dagli anziani destinati a sparire.

Anche il Desusino, nel suo piccolo, sarebbe un'enorme risorsa socio-economico.
E' un posto di interesse comunitario con un doppio vincolo ambientale e paesaggistico. Non lo sarebbe solo per la sua bellezza, tale da attirare premi-oscar come Tornatore a girare spot famosi in tutto il mondo come quello in bianco e nero per D&G. Ma per la flora unica, la fauna che lo popola, per l'interesse geologico e archeologico...insomma una miniera d'oro trattata come un vespasiano.
Forse camminando tutti i giorni sui diamanti non ti rendi più conto che è un tesoro o forse sono consapevoli che potrebbero e dovrebbero ribellarsi ad una cultura e che li sta costringendo a scappare da una terra meravigliosa... ma  sentirselo dire da un mezzo sangue senza pedigree come me li offende.
Pensano che li accusi mentre vorrei solo che prendessero consapevolezza del valore di un posto che dovremmo presentare ai nostri figli nelle migliori delle condizioni.
Sit-in di protesta luglio 2010

Sit-in di protesta luglio 2010
Sit-in di protesta luglio 2010
Erice, se vogliamo un posto che non ha nulla da invidiare al Desusino, è diventato un paese di eccellenza, turistica ma non solo, aperto alla comunità scientifica internazionale, eppure anche li siamo in sicilia, qual è la differenza secondo te.
La Sicilia è una delle terre più contraddittorie che conosca, ci trovi tutto e il contrario di tutto, per certi versi anche questo contribuisce a renderla affascinante. Te ne vai dalla Sicilia sempre con il cuore gonfio ma graffiato, la ami e la odi.

Erice è l'esempio pratico di cosa potrebbe essere il Desusino.
Il problema è che ci vuole sempre un Prof. Zichichi per poter spolverare un gioiello e mostrarlo al mondo e non lo si fa mai per interesse del bene comune.
Io non so quali siano le dinamiche che hanno permesso al luminare di rendere gloriosa Erice ma sono certo che si potrebbe fare lo stesso con il Desusino.
Dato che non abbiamo uno scienziato di fama mondiale a disposizione, ci vorrebbe l'intervento diretto della popolazione locale, dovrebbe intervenire direttamente nella vita politica del Comune, chiedere conto dei propri diritti e ricercare le responsabilità del disastro ecologico attuale. Dovrebbero unire le intelligenze e proporre dei progetti ma soprattutto comprendere che il turista non si attira con il cemento ma con la natura e i servizi.

Possono ignorare me ma non una class-action!
La spiaggia di Erice
Vista Desusino


C'è qualcosa che ti rimproveri di non aver fatto?
Si, parecchie.
Il non aver fatto comprendere la potenzialità che ha il cittadino se si impegna attivamente per il proprio territorio.
Speravo di aver mostrato una strada e che qualcuno mi seguisse aiutandomi a fare quello che da solo e da Torino non riesco a fare.

Avrei voluto intervistare ogni singola persona che ha firmato i vincoli ambientali, vorrei andare da chi si dovrebbe occupare della tutela del territorio, dalle istituzioni e sbrogliare la matassa di tanta incuria.

Vorrei organizzare attività per insegnare ai bambini del luogo il perché una bottiglia non va abbandonata sulla spiaggia e ad educare i loro genitori ad essere rispettosi verso la terra nella quale cresceranno, fargli conoscere le meraviglie disseminate nel loro territorio, parlargli di riciclo, spreco, cemento, di energia pulita...del loro futuro.

Vorrei fare un sacco di cose che da qui non posso fare e vorrei un aiuto...

Potrei continuare a scrivere ma è da mesi che non lo faccio più perché ultimamente non riesco a canalizzare la rabbia e l'amarezza verso qualcosa di positivo...e questa è un'altra delle cose che mi rimprovero.
Grazie Enzo.




mercoledì 25 aprile 2012

La dittatura della nostra mente


Nel mio blog, per quanto possibile, cerco di coinvolgere persone interessanti, iniziative interessanti perlomeno per me... sicuramente particolari, l'unico criterio che seguo è il seguente: devono non solo piacermi ma scatenarmi un po' la testa, devo ovviamente stimare le persone che intervisto, devo trovare qualcosa di davvero speciale nei progetti che segnalo.

Mi fa piacere poter pensare che in un mondo dove la normalità è vedere donne con zigomi tipo nano da giardino, dove è normale vedere palazzoni stile ospedale "Le Molinette" di Torino costruiti davanti al mare e l'insalata crescere in mezza giornata, ecco si dicevo, mi piace poter pensare che esiste anche altro, esiste chi questo mondo lo vuole cambiare, o perlomeno non lo vede normale e si dà da fare per creare progetti alternativi.


Il mio blog non ha nessuna pretesa, scrivere e avere la scusa per conoscere persone nuove (ma anche cari amici!) e con idee un po' diverse è per me una valvola di sfogo, mi aiuta a credere che mio figlio potrebbe incontrare anche qualche illuminato nel suo cammino.

Ogni post l'ho scritto con amore e passione ma il più gratificante è stato quello su Emanuela Favale, NOTAV, che dopo essere stata intervistata da Ruotolo alla trasmissione di Santoro Servizio Pubblico ha accettato quella di Metabolè, son soddisfazioni!

Questa giornata è dedicata a degli eroi che ci hanno liberato da un regime, proviamo oggi a liberarci tutti (io per prima) dalla dittatura che abbiamo nella nostra testa e facciamo in modo che non abbiano dato la loro vita invano!








domenica 22 aprile 2012

Marika Guida e la sua Collezione Privata: storia di una giovane eclettica fashion designer.


Marika è prima di tutto una carissima amica. Poi dipinge, ha lavorato per anni nella pubblicità e nella grafica, insomma una che ha della creatività nell’anima. Successivamente ha fatto  la costumista per la Endemol e la scenografa e oggi è una stilista che ha soddisfatto il suo sogno, il suo Atelier nel quartiere direi più trendy di torino sembra staccato da un angolo di Parigi, davvero delizioso. Leggere la sua storia e i suoi inizi è davvero appassionante.



Marika quando hai deciso nei meandri della tua vita creativa che la moda sarebbe stata la tua strada?

Fin da bambina ho manifestato un'indole creativa e costruttiva nei confronti di svariate attività creative. Adoravo stare in garage con mio padre ad osservare come aggiustava le cose o le trasformava... Passavo ore a vestire la barbie o a costruire pupazzi a grandezza naturale a cui cambiare il look a seconda degli indumenti finiti nel sacco delle "cose da dare via". 
Intrapresi da subito degli studi di moda con l'Istituto d'Arte ma feci i conti con la realtà torinese, povera di opportunità artistiche, soprattutto in una provincia piccola come la mia (quella pinerolese). Quando tornai a studiare, ormai adulta, mi mantenevo facendo la barista e anche lì nutrivo la mia creatività con l'allestimento della vetrina dei panini, che era per me occasione di grande composizione coloristica e scenografica. Il diploma in grafica come opzione professionale e la laurea in Scenografia e Costume all'accademia, come riscatto personale. 



Poi, nel 2005, la crisi: la mia attuale realizzazione professionale è figlia della crisi. Già perchè non sono mai stata con le mani in mano. Ho cominciato a cucire per divertimento e perchè non ho mai amato seguire le mode e omologarmi ad un gusto imposto. Cucivo per me stessa, poi per le amiche, e durante una vacanza all'isola d'Elba decisi di esporre i miei primi pezzi fra le bancarelle del lungomare: andarono a ruba. Da lì non mi sono più fermata. Per rispondere alla tua domanda, io, sinceramente non ho mai deciso, ho solo seguito il percorso che la vita di volta in volta mi indicava, con molta elasticità e tenacia. 





Ti ispiri a qualcuno in particolare? Che tipo di tessuti ami utilizzare per le tue creazioni?

Mi ispiro a qualcuno per emulazione o per rifiuto, nel senso che ci sono stilisti che indubbiamente amo e ammiro, come Vivienne Westwood (genio ineguagliabile), Alexander McQueen, o Unconditional, poi ci sono linee molto diffuse alle quali non voglio assolutamente somigliare. 

La scelta dei materiali è sempre molto difficileperchè sono attratta da svariate caratteristiche estetiche ma anche tattili e strutturali, sicchè amo lavorare il jersey, morbido ed elastico, ma anche la seta, rigida e impeccabile. Amo le fantasie e le tinte unite, il ton sur ton e i colori brillanti. 





Mi piace dare inedite applicazioni a materiali di altro uso, come i tessuti dell'arredo impiegati negli accessori (borse, cinture...) Lavoro con grande passione, mi è impossibile delegare la realizzazione dei miei pezzi a qualcun altro. Tutto nasce dalle mie mani e questo crea un grosso dispendio di energie, ma è quello che più mi piace fare. Per questo definisco i miai abiti "sculture tessili". Io progetto, plasmo, creo, disfo... e poi ricomincio, ogni volta, senza ripetermi mai completamente.




Tu sei una stilista emergente, a breve farai anche una sfilata tutta tua ma a Torino è tutto un pullulare di artisti improvvisati anche nel tuo campo, non pensi che questo sia un po’ prendere in giro voi addetti ai lavori?

Ti ringrazio per avermi definita "emergente" io mi sento piuttosto "galleggiante" (il chè ai miei occhi di 'sti tempi è già un grandissimo risultato). La mia prima sfilata avverrrà a giugno, in Torino presso uno spazio dedicato ad attività sociali e culturali, rivolto agli abitanti di San Salvario, quartiere poeticamente multietnico, grazie all'Associazione culturale Art&Joy che mi ha scelta come stilista ospite della serata "D'Arte e Moda".

Torino, il Piemonte, hanno esportato moltissimi talenti di svariati settori artistici, in passato era davvero molto più difficile trovare campi di applicazione su questo territorio. L'odierno pullulare di creatività è come un coro di voci, che dopo essere state soffocate per anni da un'industria matrigna, finalmente può cantare libero. Non so chi è improvvisato o no, io stessa per chi non mi conosce, potrei essermi improvvisata...Non sono in grado di giudicare, nè credo in un monopolio del talento. La fantasia appartiene a tutti, anche se non tutti poi hanno l'indole o la necessità di farne un mestiere, chi si illude di poterlo fare senza averne le credenziali prende in giro soprattutto sè stesso. E poi l'aspetto più importante per poter crescere in questo mestiere, sono gli estimatori, i clienti, loro non puoi prenderli in giro, senza le persone che amano ciò che fai tutto perde di significato.

Grazie Marika.




martedì 17 aprile 2012

Aspettatemi, io aspetterò voi :)


... E niente (citazione) devo andare in ospedale per un piccolo intervento, ho deciso di farmi fare un lifting al rene, tolgo una piccola ruga, diciamo così. Quindi, e niente (citazione), ci vediamo presto prestissimo, voi aspettatemi, io aspetterò voi!
Baci a tutti.

domenica 15 aprile 2012

LAVGON: IL GUSTO PER LA MATERIA, SCAMPOLI SALVATI DALLO SPRECO E SU DI VOI NESSUNA TAGLIA.






"Chi ha scritto di noi ha raccontato soprattutto che siamo tutte donne e che lavoriamo in una cascina. Tutto giusto, tutto vero, sinceramente grazie. Ma ci sono altre cosette che vorremmo sottolineare"

Ho scoperto Lavgon la prima volta per caso, una mia amica aveva comprato una gonna splendida, da li le ho cercate su facebook e da li mi sono appassionata a queste artiste a tutti gli effetti.
Quando è nata questa vostra idea, e che formazione avete? Provenite tutte dal mondo della moda per cosi dire “tradizionale”? 
No, il mondo della moda tradizionale ci è totalmente estraneo, noi siamo autodidatte per passione e l'idea è nata dieci anni fà dall'esigenza di crearci una situazione lavorativa indipendente, in cascina e che ci permettesse di mettere ed ampliare le nostre competenze.

 
Siete molto attente alla filosofia del chilometro zero, della filiera corta, e come non essere concordi ma è sempre facile mantenere questo standard qualitativo rispettando i criteri del vostro progetto?

Il km0 è una meta, facciamo quello che possiamo, i tessuti che aqcuistiamo non sono a km 0 anche perchè non viviamo in una zona tessile, ma provengono da zone tessili per tradizione come l'alto adige per la lana, como per la seta e varese biella per lino e lana. cerchiamo di portare avanti la cultura del tessile italiano visitando personalmente le manifatture storiche.
Voi create dei modelli che non costringono le vostre clienti a sottostare alle taglie imposte, anche qui, è più facile o più difficile essere originali, qualitativamente di livello e nello stesso tempo proporre prezzi abbordabili?
Non è facile ma pensiamo sia importante avere dei capi che siano accessibili, a volte con un pò di sacrificio, a tutti. lo sviluppo delle taglie è costoso, richiede tempo e non permetterebbe i pezzi unici che dovrebbero essere sviluppati in varie misure. e poi.. siamo tutte libere di ingrassare, dimagrire e magari, perchè no.. fare dei bambini!! così non dobbiamo sempre rifare il guardaroba ma adattiamo a noi i nostri capi!

 
A Torino siete presenti in un solo negozio, vi vorremmo vedere di più… Pensate che sarà possibile?
Speriamo!

Per chi vuole curiosare può andare sul sito: http://www.lavgon.it, io vi lascio con altre bellissime riproduzioni delle loro opere, dalla primavera, all'estate, all'inverno, ai tappeti, tutto in ordine sparso :)







venerdì 13 aprile 2012

A volte

A volte non si ha l'umore giusto per trasmettere le proprie passioni. A volte vorresti solo essere catapultata in una favola piena solo di cose belle. Ecco perchè questa volta preferisco far parlare delle immagini che mi rendono felice.



È più facile far uscire un bambino dalla mamma cha la mamma dal bambino.
Oliviero Toscani





Amore è stare svegli tutta la notte con un bambino malato. O con un adulto molto in salute.
David Frost



Gli adulti non capiscono mai niente da soli ed è una noia che i bambini siano sempre costretti a spiegar loro le cose. 
Antoine de Saint Exupéry



L'amore che sollecita altro amore è un baratto che provoca solo dolore. L'amore che dona senza riserve riceve in cambio altrettanto, e anche più.
Dinah Mulok Craik



"Nella tua speranza è racchiusa tutta la mia esistenza. Spingo in avanti il  tempo, faccio girare il mondo: solo per te".
Una mia Amica




Coccotto= biscotto, pau=parmigiano, onno=uno, oie=due, appa=acqua, milla=camomilla, au=miau, Eììa=Elia.
Elia Napolitano