giovedì 1 marzo 2012

Lara Cardella torna. E a 131 km/h.



Oggi vi faccio una bellissima sorpresa, ne sono sicura!

Lara Cardella, la scrittrice siciliana, di Volevo i pantaloni mi ha fatto il grande onore di concedermi una breve intervista per il mio blog e dunque anche per voi!

Lara è una persona speciale, negli anni ottanta mi sono letteralmente nutrita del suo libro, simbolo della mia generazione: in quegli anni ero nel pieno della mia adolescenza e dei suoi subbugli ormonali e lei, pur raccontando una realtà completamente diversa da quella in cui ero immersa io rappresentava le mie stesse pulsioni di ribellione. Ecco, per me lei era esattamente la ribelle che avrei voluto essere.

Ecchisselo sarebbe immaginato che moltissimi anni dopo l’avrei nuovamente incontrata su facebook, appena ho visto che aveva un account le ho chiesto l’amicizia e da allora tutti i giorni mi accompagna con i suoi “spunti di vita”, i suoi post sempre ironici, pungenti, mai (e davvero mai) banali. E questo per me è il talento.

E’ appena uscito il suo nuovo libro, 131 km/h (Barbera Editore) e le chiedo subito di commentarmi una frase che ho letto in una sua intervista a Libero in cui annunciava la decisione di lasciare la Sicilia «Qui la legalità ha abdicato, vado al Nord»:

Lara: Quella frase mi ha molto infastidita, Cinzia, perché ne hanno fatto un titolone dai toni leghisti e perché non corrispondeva affatto a ciò che avevo detto io. Hanno unito due mie dichiarazioni assolutamente indipendenti: "Vado al Nord", perché ho fatto domande d'insegnamento a Bergamo; "Qui la legalità ha abdicato" con un preciso e puntuale riferimento al momento dei blocchi e con un'amara riflessione sul PdL che continua a spopolare alle elezioni in Sicilia. Sono rimasta amareggiata e delusa: sono anti-legaiola da una vita, una frase del genere è risultata offensiva per tutto il Sud.

Addentrandoci invece nella tua vita da scrittrice, questo libro arriva dopo 20 anni da Volevo i pantaloni, pensi che sia cambiato il tuo modo di scrivere?

Lara: "131 Km/h" arriva dopo 20 anni da "Volevo i pantaloni" e quasi 13 da "Finestre accese". Certo che è cambiato il mio modo di scrivere, soprattutto perché ho continuato instancabilmente a studiare e leggere, sono una donna più informata e quindi più impegnata in vari aspetti della vita, primo fra tutti la politica. Al di là dei contenuti, inoltre, c'è una maggiore attenzione da parte mia alla forma, per rispetto verso chi mi legge. Negli anni ho iniziato a coltivare la passione per la Linguistica e da lì la mia venerazione per la Lingua italiana. Sono particolarmente orgogliosa di un progetto che sta avendo un successo inaspettato: io e il mio compagno, il poeta Francesco Aprile, abbiamo fondato una pagina su Facebook, "Salviamo 'qual è' dall'apostrofo", una scommessa. Siamo riusciti a coinvolgere più di 25.000 persone che ci segnalano strafalcioni di ogni genere ed è bellissimo che, tra i fan, vi siano molti ragazzi.

Quando hai iniziato a scrivere eri davvero giovane, pensi che la te stessa di allora, catapultata nella sicilia di oggi riscriverebbe Volevo i pantaloni?

Lara: Me l'hanno chiesto spesso e me lo sono chiesto pure io: riscriverei "Volevo i pantaloni"? La risposta è sì, nonostante le polemiche che hanno distrutto la serenità mia e dei miei cari. Sì perché le violenze vanno denunciate, sì perché si deve rompere l'omertà, sì perché non mi pento di nulla. Soltanto, oggi, farei molta più attenzione alla forma.

Ti faccio questa ultima domanda, che in realtà è un piacere personale, mi racconti qualcosa della tua telefonata con Moravia?

Lara: La telefonata di per sé è stata sconvolgente, Cinzia. Avevo 20 anni, lui era il mio mito e non avrei mai immaginato che rispondesse al telefono personalmente. Mi colse, quindi, già impreparata. Riuscii a farmi coraggio e con l'incoscienza mia tipica gli chiesi un'intervista. Puoi immaginare la mia reazione al suo sì, anche perché non scrivevo per alcun giornale, era un'intervista solo per me. Poi andai a Roma, a casa sua, e lo sfinii di domande, qualcosa come 2 ore a parlare di Pirandello, Sartre, Elsa Morante, Dacia Maraini, Carmen Llera, Pasolini, Freud, Nietzsche, Schopenhauer, credo di non aver tralasciato nessuno spunto, ma proprio nessuno. E' stata l'esperienza più bella della mia vita.

Ringrazio Lara per la sua disponibilità e spero tanto ci sia occasione di incontrarla anche dal vivo questa estate, magari a Mollarella, la sua spiaggia preferita di Licata e che ho avuto occasione di frequentare anche io. Grazie Lara!

3 commenti:

  1. ma dai, non immaginavo fosse la fondatrice di salviamo qual è dall'apostrofo!
    bella questa intervista

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  2. Bella questa intervista! Mi ricordo del suo primo libro perchè mia madre me ne parlava affascinata. Io ero davvero molto piccola e non capivo perchè "questa qui" volesse i pantaloni. Che se li comprasse, pensavo io. E l'entusiasmo di mia madre mi colpiva perchè mia madre portava sempre la gonna e pensavo che l'ammirasse perchè Lara aveva avuto il coraggio di dire un desiderio che aveva mia madre...pensa un pò quanta fantasia mi sono fatta su questo titolo. Direi che è giunto il momento di leggere i suoi libri!

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  3. Ah ah ah che forte questo aneddoto di te piccola... Grazie Ale, si leggili i suoi libri, te li consiglio, volevo i pantaloni rimane sempre il mio preferito.

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