Voi non potete immaginare quanto è cambiata la mia città... Vi spiego. Dal 2002 al 2008 ho vissuto a Trieste, per l'esattezza sono rientrata a Torino nel novembre 2008, negli anni precedenti l'avevo frequentata ma sempre in modo superficiale, quei weekend densi di visite, alle 3 vedo quell'amica, alle sei prendo l'aperitivo con gli ex colleghi, alle nove si va a cena con gli amici di sempre... Per non parlare dei parenti, insomma dei sabati e domeniche stressantissimi, tra viaggio di andata, viaggio di ritorno e questi condensati di visite per non offendere nessuno che non lasciavano spazio a null'altro. Così Torino per me era ormai uno scorcio dal finestrino della macchina, anche i locali e i ristoranti erano in effetti solo una scusa per vedere (con estremo piacere!) le persone da cui mi ero allontanata. Bene: mi è sfuggito tutto. La torinoculturafiat non esiste praticamente più, la fiat ormai è diventata un'azienda come un'altra, sembra che i Subsonica abbiano preso il posto della famiglia Agnelli, sono loro i padroni della città, hanno sicuramente consolidato un must: a Torino bisogna essere creativi, quindi vai di gruppetti musicali improvvisati (band, band scusate) tutti uguali, tutti che miagolano come Samuel, tutti che si arrabattano a cercare suoni nuovi (quelli dei Subsonica ovviamente!).
Esempio di atelier |
Samuel |
A torino c'è fermento, devi DEVI essere un creativo, assolutamente devi chiedere a mamma e papà di aprirti un negozio fashion (atelier!), rigorosamente al quadrilatero romano oppure in san salvario (ma nella parte giusta, quella dei locali), i due quartieri trendy della città. E giù di atelier, e giù di ristoranti fusion, cucina creativa, ovvio. E giù di laboratori creativi, fotografi, qualunque normale negozio ormai si chiama con il suo nome più la parola "lab", che fa molto artista. Ah dimenticavo, pullula di gelatai che fanno il gelato come lo fa Grom, col pistacchio di Bronte e il fior di panna di mucca spremuta dietro il bancone.
Torino e le sue Luci d'artista |
Tutto questo è pazzesco e bellissimo nello stesso tempo, per me che lo sto ancora decodificando è incomprensibile, quello che è certo è che ormai Torino ha perso la sua verve metalmeccanica, quell'aria puzzosa di fabbrica e olio di macchina, ora tutto questo è un lontano ricordo, lascia spazio a questo fermento creativo, finto, vero, non si sa, intanto vado a comparmi il pane di farina biologica, lievitato per 50 ore con lievito madre del secolo scorso e già che ci sono prendo anche il parmigiano biologico, stagionatura pregiata di 30 mesi, che va bene per ogni tipo di intolleranza, quindi una ciabatta e un pezzo di formaggio, totale 23 euri. Stica!
è bello pensare che i subsonica abbiano cambiato in meglio una città "solo" con la musica.
RispondiElimina